Qui vi raccontiamo le sfilate più cool della Milan Fashion Week secondo Toh! magazine.
Per Antonio Marras il non luogo è un’immagine visionaria, un ritorno alle radici mai realmente abbandonate, un omaggio ad un antico teatro dell’opera.
Tutto parte da una foto di una Sardegna intima quasi preistorica, inesplorata. Ora che il gruppo Calzedonia ha comprato l’80% di Marras, lo stilista torna a splendere e lo fa con una collezione che fonde estro innovativo e istinto che sa di scoperta.
In mezzo alla passerella la lirica, dalla Tosca all’Aida, vestendo camouflage con fiori applicati e poi sette magnifici abiti confezionati dalle sarte del piccolo teatro di Milano che omaggiano la divina Maria Callas.
Il filo conduttore di tutto è però il fortissimo attaccamento che Marras ha verso le sue alle origini, con una moda che guarda al futuro senza però dimenticarsi il punto di partenza.
In questo modo Antonio torna a dettare legge con un alfabeto estetico misto ad un linguaggio espressivo riconoscibilissimo. Pazzesco.
Glenn Martens è un couturier, non un designer, e grazie a lui Diesel e il suo denim, schiacciano l’occhiolino all’alta moda.
Lo show, scandito da un count down e da musica da rave party, rivisita a colpi di couture il jeans, mischiando capi utility, leggerezza e capi stratificati uniti a colori acidi e tinte soft.
La collezione di Fendi disegnata da Kim Jones è un omaggio al lavoro di Karl Lagerfeld nel periodo 1996-2002.
Cosi una stampa presentata per la prima volta nel 2000 oggi viene riletta con un tono più pop.
In passerella c’è anche l’idea di un dualismo che nasce dalla voglia di continuità e di scoprire esplorando l’archivio Fendi che è anche un po’ l’anima del Kaiser della moda.
In questo modo l’abito di raso è ibrido grazie ad un tessuto a rete applicato indossato con sneakers rialzate o platform in gomma col pelo. Anche le borse vivono questo dualismo tra pelli lucide e tele neutre.
Da perdere la testa la peekaboo tagliata a metà per rivelarne i meccanismi divenendo oggetto del desiderio della prossima stagione.
L’amore, la gioia, la passione, il benessere, l’erotismo, il sesso, la delusione, la rabbia sono solo alcuni degli stati d’animo che un’amante porta dentro di se. La collezione di Nº21 by Alessandro Dell’Acqua è tutto questo e molto altro.
In un gioco tra moralismo e passionalità, liberazione e costrizione, la moda di Nº21 si dipana come un racconto cinematografico alla maniera di Monica Vitti, Anna Magnani, Stefania Sandrelli (che sono le preferite dallo stilista).
Così le gonne hanno sempre un qualcosa di scomposto e non si allacciano interamente sul dietro, le camicie sono in seta e nylon trasparente con gli inserti in pizzo, i mini tailleur sono in maglia doppiata con paillettes rosse o pizzo di tulle, le giacche hanno piume di gallo applicate, le culotte e i reggiseni in raso dai colori forti sono protagonisti sotto gli abiti-lingerie trasparenti o con le gonne a tubo in pelle chiara.
Gli abiti da sera più preziosi sono invece ottenuti da abiti da sposa vintage smontati e rimontati, portati con le mules ingegneristiche, alte 12 cm ma senza tacco.
Nello styling c’è un leggero riferimento a Prada2013 ma anche a certi look di Chalayan. STUPENDO!